Alla vigilia di Natale è stato finalmente raggiunto un accordo sulla Brexit che regolerà i rapporti tra Regno Unito e Unione Europea a partire dal primo gennaio 2021.
I negoziati sulla Brexit vanno avanti dal 2016 e, dopo diverse proroghe, il rischio di un “no deal” (nessun accordo) si faceva sempre più concreto con conseguenze incognite ma potenzialmente disastrose per le parti in causa. E invece, proprio nell’ultimo frangente utile, si è finalmente giunti ad un accordo.
Gli impegni assunti dalle due parti in causa prevedono che si potranno continuare a scambiare merci senza l’istituzione di nuovi dazi né di quote massime di scambio. Si continuerà poi nella cooperazione già esistente su argomenti sensibili come sicurezza, energia e trasporti. L’accordo sulla Brexit consentirà sia alle aziende britanniche che a quelle europee un accesso preferenziale al mercato altrui: si avrà quindi un percorso di riguardo rispetto alle regole minime già stabilite dall’Organizzazione Mondiale del Commercio.
I cittadini britannici non potranno più vivere, lavorare, studiare o avviare un’attività liberamente nell’Unione Europea, per farlo avranno bisogno di richiedere speciali permessi così come sarà necessario un visto per soggiornare più di 90 giorni sul territorio Ue.
Stop anche al programma di scambio studentesco Erasmus. Il premier britannico Johnson ha detto che sarà istituito un altro programma, “Turing Scheme”, che consentirà comunque agli studenti di Oltre Manica di frequentare le migliori scuole europee: non sono ancora chiari i dettagli di questo progetto.
Si chiude così, almeno per ora, la lunga trafila che ha portato il Regno Unito ad uscire dall’Unione Europea con un accordo che sembra accontentare le parti chiamate a negoziare ma che vedremo quanto sarà ritenuto soddisfacente dai cittadini britannici chiamati al giudizio nella loro “nuova” vita quotidiana.