Il Gruppo Toto ha dato il via ad un progetto da oltre 9 miliardi di euro di investimento che prevede 160 torri eoliche galleggianti posizionate nel Canale di Sicilia a una distanza l’una dall’altra di 3,5 chilometri.
L’impianto in Sicilia, una volta realizzato, sarà il più grande del mondo ma non è il primo parco eolico galleggiante mai installato, un impianto di questo genere si trova infatti già in Scozia, nel Mare del Nord. L’idea dell’eolico in mezzo al mare nasce dall’esigenza di cercare punti in cui il vento soffi più forte senza intaccare il contesto paesaggistico in cui gli impianti vengono istallati.
La sfida posta dall’impianto siciliano riguarda anche la profondità dei fondali che, nel Mediterraneo, raggiungono livelli decisamente più elevati rispetto al Mar Baltico o il Mare del Nord. L’innovazione di non fissare gli impianti a un pilone in fondo al mare ma di affidarsi a una “zattera” galleggiante consentirà di raggiungere aree dove l’intensità delle correnti è molto forte.
La nuova frontiera dell’eolico potrebbe aiutare l’Italia a raggiungere gli obbiettivi che si è dato il Governo nel Piano Nazionale per l’energia e il clima 2030: almeno 50 gigawatt aggiuntivi che, per la situazione attuale, sembra difficile si possano raggiungere affidandosi esclusivamente agli impianti sulla terraferma.
Il gruppo Toto può vantare oltre mille mgawatt già istallati nel nostro Paese e altri 250 gestiti tra Tunisia e Marocco. Spicca inoltre la consolidata esperienza negli Stati Uniti dove il gruppo ha partecipato a gare nelle quali si è assicurato oltre 1800 megawatt nei mari del Maryland.
Il luogo in cui dovrà sorgere l’impianto siciliano è a circa 60 chilometri dalla costa, tra la Tunisia e Mazara del Vallo. Qui verrano istallate le torri che, a piena potenza, potrebbero arrivare a garantire fino a 2900 megawatt utili a coprire il fabbisogno energetico di 3,4 milioni di famiglie. L’iter burocratico avviato nei giorni scorsi dovrebbe arrivare ad ottenere una valutazione ambientale entro il 2023 per poi vedere l’impianto in funzione nel giro di un paio d’anni.
Il possibile posizionamento dell’impianto è stato concordato anche con associazioni ambientaliste e amministrazioni locali e la posizione indicata non dovrebbe ostacolare il traffico marittimo né disturbare le rotte migratorie degli uccelli. Su ciascuna piattaforma saranno poi installati dei rivelatori per la posizione dei cetacei così da raccogliere preziosi dati per il loro studio.