Come già accennato relativamente ai primi quotidiani nati in Nord Europa, questi erano per lo più figli del diverso assetto societario di quella parte del continente.

La situazione era molto diversa sul territorio che oggi chiamiamo Italia, spezzettato in tanti stati diversi e già per questo disomogeneo per cultura, sensibilità e influenze.

Un paese diviso in tre

A grandi linee, potremmo dire che la Penisola era spezzata in tre macroregioni “intellettuali”.

Ci teniamo a sottolineare che si tratta di una nostra semplificazione e che non è corrispondente agli stati effettivamente presenti sul territorio: serve solo a raccontare di una situazione che è perdurata per secoli e che, in un certo senso, rimane verificabile ancora oggi in altri settori del vivere civile.

Nel Nord Italia, per esempio, si sentiva maggiormente l’influenza di quanto accadeva oltre le Alpi e, di fatto, si può dire che quella parte dello Stivale corrispondeva a uno stato nordeuropeo per politica, per attenzione alle innovazioni, per cultura. Al centro, per via dell’influenza dello Stato del Vaticano, le prime iniziative editoriali (quasi sempre appartenenti alla categoria degli “avvisi”) erano spesso sottoposte a censura. La situazione era più o meno analoga al sud, dove a parte qualche esempio isolato di apertura mentale, la diffusione delle notizie avveniva a singhiozzo.

L’influenza dell’illuminismo

La situazione si stabilizzò a seguito della Rivoluzione Francese prima e del Risorgimento poi: quegli ideali presero piede anche in Italia, contribuendo in maniera decisiva alla modernizzazione della società – informazione e libertà di parola incluse!

In particolare, è durante le guerre di indipendenza che diventano comuni i fogli d’opinione – potremmo definirli dei giornali più o meno clandestini che si occupavano solo di politica e loro annessi e connessi. Completamente diversi dagli avvisi con le notizie locali che erano così presenti nella vita quotidiana degli italiani di allora, sono gli antesignani dei quotidiani veri e propri, con contenuti simili a editoriali che oggi troviamo comunemente nella prima parte dei giornali in vendita in edicola.

È solo col Risorgimento che si può cominciare a parlare davvero di stampa quotidiana così come la intendiamo oggi: le ingenuità e le piccole tirature delle pubblicazioni che gli italiani conoscevano fino a quel momento diventano un ricordo del passato, e con l’Unità d’Italia appaiono i primi esempi di giornalismo moderno. Un nome su tutti? Il Corriere della Sera.

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