Sebbene altre testate vantino il primato di essere state le prime ad apparire e circolare in Italia, è il Corriere della Sera il quotidiano più longevo in Italia, pubblicato continuativamente a partire dal 1876.

Un “remix” felice

Nella fondazione del Corriere della Sera convergono tante esperienze “giornalistiche” diverse.

C’è l’attenzione maniacale per la politica, e la necessità di comunicarla senza l’intervento della censura. C’è il superamento dell’informazione così come era stata fatta fino a quel momento in Italia, quindi con il rifiuto del sensazionalismo, che trovava un terreno particolarmente fertile dalle nostre parti fin dal Medioevo (!). C’è l’adesione alle nuove tecnologie, con la stampa in tipografia in un gran numero di esemplari (i primi numeri erano ben 3000, un caso più unico che raro per la fine del XIX secolo).

Cosa non meno importante, il Corriere della Sera fu da subito uno dei primi quotidiani a essere distribuito fuori dalla “sua” Milano in maniera regolare: una rivoluzione nella rivoluzione, che permise alle sue idee di viaggiare anche molto lontano, aiutando il dibattito politico dell’Italia da poco unita e ispirando altri intellettuali ad aprire le proprie testate.

Possiamo chiamare il Corriere, come da allora è stato soprannominato per brevità, un esempio felice di remix, nel senso che il nuovo quotidiano è figlio dei caffé letterari, degli avvisi affissi in strada ma anche dei fogli politici che circolavano durante il Risorgimento.

Puntuale, rigoroso, capillare: sono qualità che questa pubblicazione mantiene ancora oggi. A una parte di pubblico probabilmente apparirà antico o troppo serioso, ma in realtà sono parte del motivo per cui il Corriere della Sera è considerato il più solido dei quotidiani italiani.

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