Che l’online sia il futuro del giornalismo è un fatto indiscutibile. Nel contesto attuale, i quotidiani (e non solo) sono abituati a muoversi seguendo un modello marketing che prevede una soglia di articoli gratis seguiti da una proposta di abbonamento.

Tolta da questa situazione la piaga della pirateria, che agita le redazioni, è ovvio che la situazione non potrà più rimanere quella attuale. In un futuro non molto lontano si raggiungerà la massa critica di persone interessate a sottoscrivere un abbonamento e i gruppi editoriali dovranno rivedere il loro comportamento commerciale. Ma in che direzione? Ecco qualche idea:

  • non abbandonando del tutto le riviste cartacee: Michele Lupi, ex storico direttore di Rolling Stone Italia e di Icon (tra gli altri) insiste per la cura della pubblicazione cartacea, da toccare ma soprattutto da tenere, quasi come un oggetto d’arte, in casa propria. In questa direzione si muovono i prodotti editoriali di Internazionale, oppure l’interessante rivista Promemoria.
  • creando contenuti on-demand per abbonamenti solo a quel tipo di “oggetti” editoriali (podcast, speciali, video esclusivi).
  • dandosi all’educazione, come fa con successo il Guardian: all’ombra della loro redazione prendono vita incontri, lezioni, addirittura vendite di libri. Un’idea da copiare!

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